In occasione del mese dedicato alla prevenzione de tumore al seno, l’Amministrazione del Comune di Tribano in collaborazione con LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e con l’Associazione UGO (Unite Gareggiamo Ovunque) ha organizzato un convegno dal titolo “Prevenire è vivere” al quale ho preso parte nelle vesti di Psicologa di area Oncologica.
Questo articolo si propone di riassumere i contributi dei vari relatori che hanno preso parte all’evento.
A seguito dei saluti del Sindaco Massimo Cavazzana, la parola è stata data al Vice Presidente della LILT, Dott. Gianluigi Recarti che ha raccontato chi è e cosa fa LILT.
LILT: Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori
La Lega italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) è un’Associazione Provinciale di Padova che nasce nel 1975 sulla spinta di una forte necessità di promuovere sul territorio padovano una cultura della solidarietà e dell’educazione alla salute. Da allora, grazie alla presenza di numerosi volontari e professionisti, opera a Padova e provincia per promuovere e realizzare ogni tipo di iniziativa utile a far conoscere e valorizzare la prevenzione, la diagnosi precoce e la ricerca in campo oncologico, rispondendo ai bisogni dei malati e delle loro famiglie anche attraverso servizi concreti presso i due principali ambulatori.
L’attività di LILT si espande in tutte e tre le linee di prevenzione:
- Prevenzione primaria che consiste nella promozione della cultura dell’informazione e della formazione; attività che consente di favorire l’individuazione dei fattori di rischio esterni che possono generare l’insorgenza della patologia e, attraverso una corretta informazione e stili di vita sani, evitare o ridurre notevolmente la possibilità di sviluppare un tumore.
- Prevenzione secondaria, strettamente legata alla possibilità di fare una “diagnosi precoce”, ossia di cogliere la malattia nella fase iniziale del suo sviluppo in modo da intervenire con tempestività, ponendo attenzione ai segnali del corpo e sottoponendosi a periodici esami clinici e strumentali. LILT mette a disposizione degli ambulatori ed offre la possibilità di fare visite senologiche, ecografia e mammografia. LILT incontra mediamente 14 mila persone ogni anno. Per una parte di queste, fare la visita ha fatto la differenza.
- Prevenzione terziaria che consiste in attività di assistenza, riabilitazione e reinserimento sociale della persona che ha superato o convive con una patologia. L’attenzione si focalizza sul delicato momento successivo alla diagnosi con l’obiettivo di ridurre la mortalità, prevenire recidive e l’insorgenza di patologie correlate e di migliorare la qualità della vita. In Italia oltre 3 milioni di persone vivono con precedente diagnosi di cancro. Le problematiche che persistono dopo la guarigione sono numerose e dipendono da molteplici fattori.
Il Dott. Recarti ha concluso dicendo che ottobre tradizionalmente è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno ma che fermarsi a parlare di ottobre sarebbe veramente riduttivo. Ottobre è ogni volta il ricordare l’importanza di corretti stili di vita e della prevenzione. Fare prevenzione è un atto di bene per tutti e un attimo di amore per noi stessi, per i nostri cari, per la società.
Dott. Stefano Martella, Direttore dell’Unità Operativa di Senologia Chirurgica e Ricostruttiva del Policlinico di Abano Terme (PD).
Incidenza, fattori di rischio, screening e novità nel trattamento chirurgico del tumore mammario.
Il tumore mammario colpisce molte donne e i dati non sono rassicuranti. Nel 2020 sono stati diagnosticati in Italia circa 55.000 casi di nuovi tumori mammari e la maggior parte sono concentrati in un particolare periodo della vita della donna. Circa il 43% viene diagnosticato tra i 50 e i 69 anni. In Veneto, nel 2018 sono stati diagnosticati circa 4900 neoplasie mammarie. Il trend è lievemente in aumento, + 0,3% ed è più n crescita al Nord rispetto al Sud ma il tasso di guarigione è in crescita. Ad oggi, l’87% di persone guariscono. Percentuale che si estende all’89% se la paziente riesce a superare il primo anno di vita. In un arco di tempo molto ampio, nell’ultimo quinquennio registrato, il tasso di mortalità si è ridotto del 0.6%.
Questi dati, messi in luce dal Dott. Martella, evidenziano un aspetto importante: prima si fa diagnosi maggiore è la possibilità di successo terapeutico, ossia di guarigione. Gli stadi iniziali di malattia sono estremamente facili da gestire da un punto di vista diagnostico e terapeutico e mentre in passato si aveva l’idea che più si riusciva a togliere dell’organo mammario più erano la chance di successo, oggi non è cosi. Oggi possiamo dire che minor rimozione di tessuto associato ad una sicurezza oncologia nella rimozione di tessuto malato contribuiscono al successo terapeutico. Proprio per questo lo screening è determinante.
Lo screening viene fatto in un periodo particolare, tra i 50 e i 69 anni, in quanto in questo arco di tempo vi è una maggior esposizione della ghiandola mammaria a quello che viene chiamato “insulto ormonale”. Il 43% delle neoplasie mammarie rientrano in questo gruppo di età ma l’obiettivo fondamentale è quello di estendere lo screening anche per le giovani donne e le donne “di terza età” per far sì che si possa far diagnosi precoce e al contempo incrementare la possibilità di guarigione.
Un altro dato importante: in Veneto, nel 2018, solo il 64% delle donne che avevano diritto allo screening hanno partecipato e questo può essere legato al timore, alla paura di essere malati. Tuttavia, come ha sostenuto il Dott. Martella, se non riusciamo a sconfiggere la paura, questa può negare la possibilità di guarire: la paura può uccidere, lo screening salva la vita.
Il Dott. Martella è entrato successivamente nel merito della multifattorialità del tumore alla mammella: alcol, fumo e sindrome metabolica: sovrappeso, obesità, colesterolo, diabete, ipertrigliceridemia. Questa combinazione di fattori negativi interrompe un sistema di protezione di cui il nostro organismo dispone e che fa riferimento alla relazione tra oncogeni, ossia elementi che hanno la capacità di sviluppare il tumore e oncorepressori, ossia elementi presenti all’interno del nostro corpo che hanno la capacità di difenderci. Uno stile di vita malsano può determinare uno sbilanciamento verso quelli che sono i fattori che possono aiutare gli oncogeni a sviluppare una malattia oncologica.
Altri elementi che favoriscono l’insorgenza di tumori al seno:
- la maggior esposizione degli ormoni femminili durante la vita e questo è determinato dall’inizio della fase mestruale: più precoce è il menarca e tardiva è la menopausa, maggiore è l’esposizione temporale a quelli che sono gli ormoni classici: estrogeni, progesterone e anche androgeni che durante la vita la donna produce normalmente;
- la familiarità: il 5,7% delle neoplasie mammarie ha un substrato genetico; perciò risulta importante fare attenzione all’anamnesi e alla storia clinica della persona. Si ha dunque la possibilità di adottare dei criteri di screening più accurati e sofisticati per cercare di prevenire, in ambito familiare, un’incidenza maggiore di neoplasia mammaria.
Lo screening e dunque l’attività di prevenzione diventano rilevanti anche per la possibilità, ad oggi, di usare “armi straordinarie”. Il Dott. Martella ha in questo senso fatto riferimento alla chemioterapia, all’ormonoterapia, alla terapia biologica e all’uso di una metodologia chirurgica che offre la possibilità di una corretta stadiazione della malattia e che persegue l’obiettivo di aumentare drasticamente la qualità di vita delle persone. Ad oggi, “meno togli, meno distruggi, più chance hai di garantire una qualità di vita straordinaria alla donna affetta da neoplasia”. Oltre a questo, oggi vi è la possibilità di intervenire senza toccare la muscolatura, usando modalità sottocutanee. Ad esempio, la ricerca del linfonodo sentinella viene fatta con una tecnologia inerte: si può utilizzare anche il verde di indocianina, ossia un materiale vegetale che viene eliminato velocemente dal nostro corpo.
“Il compito come chirurgi” – ha concluso il Dottore, “è quello di dare una garanzia di assistenza oncologica riducendo l’invasività e incrementando la qualità della vita”.
Associazione UGO – Unite Gareggiamo Ovunque Onlus
Benefici dello Sport nelle donne operate al seno. Testimonianze e video.
La visione di un video ha consentito di cogliere la tipologia di sport che fanno le donne che appartengono all’Associazione: il Dragonboat. Perché proprio questo sport?
Il dragonboat è uno sport di squadra e oltre ai tanti benefici dello sport sul piano organico, favorisce il benessere psicologico: “fare sport insieme, ridere e non sentirsi soli aiuta”, raccontano Michela, Manuela, Maria Antonietta, Monika, presenti in rappresentanza “delle UGO”. Praticare questo sport vuol dire vincere la fatica, il timore e la paura che la malattia lascia dentro: “scendiamo dalla barca con tanti progetti”.
La barca viene anche usata come metafora per narrare la loro esperienza: salire sulla barca, essere circondate dall’acqua, cercare di arrivare ad una sponda sicura, sono tutte metafore della vita, della loro storia. Il fatto di essere tutte nella stessa barca come concetto di percorso, di diagnosi e cura; di dover unire la forza di tutte e con lo stesso ritmo andare… andare avanti; il fatto di poter contare una sull’altra e pensare che se una persona non riesce più a pagaiare, può fare affidamento alle sue compagne.
Oltre a ciò, la letteratura mette in luce i benefici della pratica di questo sport. Nello specifico, è stato citato un progetto di ricerca sviluppato da un gruppo di medici canadesi guidati dal Dott. McKenzie. Lo scopo era quello di confutare la teoria secondo cui le donne operate al seno dovevano evitare attività sportive ripetitive che coinvolgessero la parte superiore del corpo. Infatti, fino a quel momento si sosteneva che questo tipo di attività potesse favorire il linfedema che è un doloroso e inabilitante rigonfiamento di braccia e torace, conseguenza dell’intervento chirurgico. La ricerca dimostrò che il movimento ritmico della pagaiata era una sorta di linfodrenaggio naturale.
È nato così il movimento di donne in rosa che conta oggi più di 200 squadre in tutto il mondo e 30 in Italia. La squadra padovana delle UGO è nata nel giugno del 2015 come progetto pilota realizzato all’interno dello IOV di Padova con la collaborazione di “Canottieri Padova” e la sezione Dragonboat di ARCS. Dal 2015 hanno iniziato a gareggiare sia in Italia sia all’estero con obiettivo di promuovere il progetto. Il messaggio vuole essere forte e chiaro: dovete sapere che ci sono donne che sono passate esattamente per lo stesso percorso. Così, “le UGO”, vogliono essere il loro incoraggiamento, la dimostrazione che si può andare oltre a quello che la malattia sembra abbattere. Queste meravigliose donne vogliono far capire che si può tornare a star bene.
Il loro intervento è stata un’occasione per ricordare che, nell’ottobre del 2019, l’Associazione culturale di Padova “Bene Comune” ha lanciato una raccolta firme, “Firmiamolo e fermiamolo”, che ha portato le donne dell’Associazione UGO in Senato. Hanno raccolto 12.000 firme per richiedere che l’età di inizio della prevenzione non sia 50 anni bensì 40. Questo nell’ottica di anticipare e rendere lo screening più moderno e individualizzato, in linea con le direttive nazionali in materia di tumore al seno.
Testimonianze
L’evento è stata anche occasione per dar spazio alle testimonianze di alcune donne.
Fabia, ad esempio, madre di tre fantastici figli, ha condiviso le peculiarità che hanno caratterizzato la sua esperienza di malattia: il momento in cui ha scoperto di avere un rientro del capezzolo destro, l’iter sanitario e assistenziale che ha seguito, l’intervento che ha subito 15 giorni dopo la diagnosi, la difficoltà di comunicarlo ai figli considerando ognuno di loro come un mondo di significati a sé stante, il dolore e al contempo l’importanza della rete di sostegno, ossia degli amici e dei suoi familiari.
Il contributo di Fabia ha introdotto l’intervento successivo dal titolo “Promozione della Salute: la vita oltre la diagnosi” volto a mettere in risalto la dimensione psicologica.
L’articolo è nel mio blog e porta lo stesso titolo dell’intervento!
La diretta dell’evento è disponibile nei miei canali social.
La locandina dell’evento:






