Challenge, sfide a colpi di like

In questi giorni sta spopolando nel web la notizia di una nuova challenge, la cosìddetta Boiler Summer Cup.

Ma facciamo un passo indietro: cosa si intende per “challenge”? Di cosa stiamo parlando? Quali connotazioni può assumere? Si tratta solo di sfide pericolose?

Cosa si intende per “challenge”?

Challenge è un termine inglese che sta per “sfida” e in generale fa riferimento ad una gara, una competizione che prevede l’assegnazione di un titolo, di un premio o trofeo (es. la finalissima di tennis tra squadre nazionali per l’assegnazione di una coppa Davis).
Questo termine è entrato con estrema facilità nel nostro lessico e viene utilizzato per indicare delle sfide che vengono lanciate sui social allo scopo di essere diffuse e diventare virali. Le azioni di vario tipo – oggetto della sfida – vengono fotografate o filmate, accompagnate generalmente da brevi linee guida e da tag di amici o conoscenti che vengono invitati a riprodurle e diffonderle ulteriormente.
La challenge viene comunemente accompagnata dall’Hashtag #challenge e dal nome della stessa (es. #Boilersummercup) che è evocativo dell’oggetto e dell’obiettivo della sfida.

La prima challenge

Per risalire alla prima challenge è necessario tornare all’estate 2014 e spostarci geograficamente a New York. Quell’anno spopolò sul canale YouTube la storica challenge “Ice bucket challenge” che perseguì uno scopo prettamente benefico.

L’Ice Bucket Challenge divenne in poco tempo un fenomeno non solo televisivo (grazie al sostegno di alcuni famosi giocatori di baseball) ma anche social tanto da mandare in tilt Twitter, creando appunto il primo boom delle challenge. Questa consisteva nel versarsi una secchiata di acqua ghiacciata mentre qualcuno nel frattempo filmava. Di seguito, il protagonista della challenge indicava altri 3 nomi. In questo modo la challenge si rinnovava di volta in volta, creando una vera e propria catena di solidarietà.

Le challenge estreme

Oggi la challenge può assumere diverse connotazioni e perseguire vari obiettivi, talvolta pericolosi. Si parla infatti di “challenge estreme”. La più famosa è la Blue Whale Challenge – “Balena Blu”.
Si ipotizza che il nome rimandi al comportamento tipico delle balenottere azzurre che, ad un certo punto della loro vita, senza apparente motivo, si spiaggiano e muoiono. Generalmente a scegliere questo tipo di morte sono gli esemplari di cetacei che si sono persi, che non riescono a tornare nel gruppo.

La Blue Whale Challenge si evolve in 50 prove e si caratterizza per essere gestita da “curatori”, “tutor” che dettano le regole del “gioco”.

 

Alcune regole del “gioco”:

  • Guardate video psichedelici e dell’orrore tutto il giorno.
  • Ascoltate la musica che vi inviano i curatori.
  • Passate un ago sulla vostra mano più volte.
  • Procuratevi del dolore, fatevi del male.
  • Andate sul tetto del palazzo più alto e state sul cornicione per un po’ di tempo.
  • Abbiate una conversazione “con una balena” (con un altro giocatore come voi o con un curatore) su Skype.
  • Salta un cornicione alto, prendetevi la vostra vita

Un macabro “gioco” definito la causa di 130 suicidi avvenuti in Russia da Novembre 2015 ad Aprile 2016. La nascita del fenomeno si deve però far risalire al 2013, sul social network russo VK (Vokontakte), nel momento in cui i cosiddetti “curatori” (manipolatori che adescano ragazzi dai 9 ai 17 anni) hanno accesso ad alcuni gruppi segreti, definiti gruppi della morte e del suicidio proprio perché spingono ed osannano l’autolesionismo come unica soluzione alle sofferenze della vita.

Boiler Summer Cup! In che cosa consiste?

Recentemente si è diffusa una nuova challenge: una sfida su Tiktok dove i ragazzi, per guadagnare più punti (che si traducono poi in un ingresso o in un drink gratis), devono sedurre ragazze in sovrappeso in discoteca e/o in spiaggia.

La gara dovrebbe partire il 21 giugno, ma è già possibile trovare qualche video di giovani che non potevano aspettare l’inizio dell’estate. “Ho toccato una boiler di 130 chili“, “Io non riesco ad andare oltre i 70 chili”, “Quella mi sembra una da 100/110”, sono alcuni dei commenti di chi ha scelto di partecipare alla sfida!
D’altro canto, “io, vittima della Boiler Summer Cup, chiusa in casa per paura che il mio video finisse online” è solo uno dei commenti di ragazze che hanno scoperto di “essere state usate” per una sfida “tra ragazzi”.

Cosa possiamo fare?

Quello che personalmente mi stupisce è che queste notizie stupiscono (ancora). Non si può attendere che le cose cambino da sole, “per caso”. Serve intervenire.
Infatti, colgo questa recente sfida al balzo per rimarcare un’esigenza longeva di carattere informativo ed educativo sui temi di internet, social media, strumenti digitali, video game.

Un’educazione all’uso responsabile e in sicurezza di questi strumenti.
Un’educazione che passa attraverso l’informazione e che si rivolge all’intera comunità: giovani, adulti, anziani, studenti, docenti, famiglie..

Un’educazione che contempla queste domande:

Cosa nasconde e/o mette in scena quel mondo “dietro lo schermo”? Quali sono i pericoli di internet? Come posso usare gli strumenti digitali per raggiungere i miei obiettivi? Come poter segnalare dei contenuti diffamatori? Quali sono le implicazioni se ricondivido un contenuto? Cosa comporta prendere parte ad una challenge? Come posso “uscire” da quel gruppo?

 

Se ad oggi non riusciamo ad immaginare un mondo senza la rete, chiediamoci come possiamo abitarlo in modo sicuro e responsabile!

Non solo pericolo: Trashtag Challenge

Non facciamo però di tutta l’erba un fascio!!
Le challenge possono assumere connotazioni virtuose e pioniere di benessere, salute e condivisione della responsabilità!

La trashtag challenge ne è un esempio!

Sull’onda di un rinnovato ecologismo, la scorsa estate ha preso piede questa prova che consiste nel pulire una zona del proprio quartiere. La sfida ha ottenuto grande successo e l’obiettivo era condividere una foto del prima e del dopo con l’hashtag #trashtag.

Fai il primo passo verso il cambiamento.

Se sei qui, forse senti che è il momento di muovere un passo verso il cambiamento.
Iniziamo insieme.

Inizia ora!

Elisa Tiberto

Psicologa, appassionata di storie e movimento.

Offro supporto psicologico a chi sente il bisogno di nuove prospettive e strumenti per orientarsi nel proprio percorso di vita.

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