“Buongiorno Dott.sa,
Sono il padre di Luca, un ragazzo di 17 anni che sta affrontando un brutto periodo.
Ha degli attacchi di rabbia che non riesce a gestire, si isola con il telefono e sta diventando difficile comunicare con lui. Io e mia moglie siamo molto preoccupati. Possiamo sentirci telefonicamente?
La ringrazio. Saluti“
Questo testo è un esempio di richieste che ricevo e che rimandano a situazioni in cui i genitori reputano necessario l’intervento di un esperto per poter gestire circostanze che generano in loro preoccupazione.
Può accadere che i figli siano favorevoli ad incontrare un professionista e che anzi, la richiesta arrivi proprio da loro.
Può accadere che accettino la proposta dei genitori e che siano disposti ad incontrare una persona con la quale poter
condividere tutto quello che pensano e ciò che crea in loro disagio.
Può accadere che rifiutino tale proposta e che non vogliano assolutamente incontrare una figura come quella dello psicologo.
Premessa generale
La premessa generale è che la scelta di intraprendere un percorso di sostegno è strettamente personale.
Possono essere varie le valutazioni che una persona fa per rifiutare o considerare inutile l’opzione di intraprendere un percorso di supporto psicologico. Ad esempio, l’idea che la situazione possa risolversi da sola, con il tempo; alcuni stereotipi e
preconcetti sulla figura dello psicologo; l’idea che “non sia ancora il momento giusto” e così via.
Nel caso degli adolescenti possiamo immaginare affermazioni tipo:
“Non ne ho bisogno, sto bene così!“
“Io non ho voglia di parlare!“
“I matti siete voi due!“
…eppure ne avrebbe bisogno! Cosa fare in questi casi?
L’indicazione è quella di prendere contatti con uno/a psicologo/a per concordare un incontro volto a descrivere quanto sta
accadendo ed offrire un quadro completo delle situazioni che generano preoccupazione.
Questo permetterà di valutare come poter compiere i passi successivi, ossia come agire di conseguenza.
In questo senso si contempla la scelta di intraprendere, quanto meno inizialmente, un percorso di supporto psicologico dove i protagonisti siete voi, genitori.
Gli incontri non saranno finalizzati a capire come convincere il/la figlio/a ad incontrarmi.
Il percorso sarà volto a conoscere in che modo poter offrire il vostro contributo, nel ruolo di genitori, in modo tale che questo possa favorire il benessere e la crescita dei vostri figli; Sarà volto ad individuare strategie efficaci per migliorare la relazione con loro e a conoscere in che modo poterli supportare con vicinanza e presenza.
Si potranno aprire in questo clima spazi inattesi di collaborazione con i vostri figli.
Può accadere che, ad esempio, dopo aver osservato la vostra disponibilità a “mettersi in gioco ed entrare in sintonia con loro”, accettino o addirittura chiedano di poter avere dei colloqui individuali per “parlare” di loro stessi.




